Il nostro albero

Nessun essere vivente ha tanta analogia come l’uomo con l’albero. In molte parti del mondo esistono ancora civiltà che adorano gli alberi come Dei e chiedono perdono del loro abbattimento. E lui col suo tronco possente, le sue radici ben piantate nell’humus ricco di nutrimento, i suoi rami protesi verso il cielo. E lui a rappresentare il popolo di questa età così gratificata dai doni del tempo fuggente. Nel basso del fusto un ramoscello esprime la tranquillità della vita negli anni verdi, le speranze nel futuro, l’equilibrio fisico e mentale. In alto, l’invadente rosso dei disagi e degli acciacchi sembra soffocare la nostra piena maturità. Sembra che nulla ci sia riservato all’infuori di una esistenza cupa e preoccupata ma, come per sortilegio di un mago benigno, un ramoscello esce, a fatica, dal turbinio rosso e si colora con il verde dell’amicizia e della serenità. Così siamo noi, alberi piantati nella inevitabile realtà della vita e insieme consolati dalla grazia dello Spirito.